“Dei tre cavalli che corrono per Palazzo Marino, Albertini sembra il meno interessato alla gara. Mi ricorda Ribot, che a prima vista nessuno avrebbe dato come vincente, non avendo l’aspetto del grande galoppatore di classe; che quando veniva accompagnato al paddock per essere mostrato al pubblico osannante e girava con gli altri cavalli si vedeva chiaramente che era infastidito da tanto clamore e da tanta attenzione. Ribot appariva quasi neghittoso e mostrava una certa insofferenza per questa esibizione. Poi scendeva sulla pista, correva da par suo, vinceva con tre lunghezze di distanza e se ne andava ancora più seccato di prima tra le acclamazioni della folla” Indro Montanelli (maggio 1997)

“Quest’uomo dall’apparente remissività, persino umile, che mai alzerebbe la voce o pesterebbe il pugno sul tavolo, di un’ingenuità quasi fanciullesca – ricordate quando si mise in mutande alla sfilata di Valentino? – è un duro che si spezza ma non si piega né tanto meno si impiega” Indro Montanelli (aprile 2001)

ATTENTATO IN AFGHANISTAN. GABRIELE ALBERTINI, PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE AFFARI ESTERI (AFET) AL PARLAMENTO EUROPEO: "NON POSSIAMO CEDERE DI FRONTE AI TERRORISTI"

È con apprensione e sgomento che ho appreso dell’attacco terroristico di oggi a Kabul. Insieme a sei nostri soldati, due civili sono stati uccisi e trenta persone ferite. Vorrei rendere omaggio a questi soldati italiani e a quelli che sono rimasti coinvolti nell’attacco ed esprimere le mie più sincere condoglianze alle loro famiglie. Voglio anche portare la mia solidarietà alla popolazione afgana; questi attacchi sono un tentativo da parte dei terroristi di schiacciare il loro desiderio di pace e democrazia. In questo momento difficile e doloroso molti potrebbero chiedersi perché stiamo sacrificando giovani vite in un territorio così lontano. La mia risposta a queste persone è che non possiamo cedere di fronte ai terroristi. La loro logica del terrore non conosce confini. Fino al momento in cui vinceremo la nostra battaglia per i diritti e le libertà dei popoli e per la pace, non potremo sentirci al sicuro neanche nei nostri paesi.

Lo zio Gabriele: "Caro Carlo, avanti così!"

“Non serviva a nulla continuare a raccontarsi quant’è brutta questa crisi che falcidia gli ordinativi, la produzione, e poi anche le ore lavorative degli operai, che fra marzo e aprile sono andati in ferie il venerdì, a turno. Piangersi addosso non porta da nessuna parte, questo è il momento di cambiare, di innovare, di investire”.

Parole che fanno sperare ma soprattutto parole di grande realismo quelle riportate da Libero e tratte dall’intervista all’Imprenditore Carlo Parodi, socio e amministratore delegato dell’Alcea – azienda chimica – nonché mio stimato nipote.
Non è una voce fuori dal coro la sua. Se leggete l’articolo di Libero, che ho scelto di riportare perché preziosa testimonianza di ciò che può accadere nell’ Imprenditoria oggi, vi accorgete come tutta la “squadra di Carlo”, nello stabilimento Alcea, è stata contagiata da questa genialità imprenditoriale. La crisi è guardata non solo come una difficoltà ma innanzitutto come una sfida da poter vincere. “Quando il sole è sulla linea dell’orizzonte impariamo a vederci l’alba, e non solo il tramonto” dice Paolo Nava, il direttore dello stabilimento. Nel caso dell’ Alcea questo si è tradotto in quello che gli stessi manager definiscono “un atto di fede”.
Belle parole? Sono i fatti a rispondere. “Abbiamo due fabbriche in Italia, una in Polonia e ora stiamo costruendo uno stabilimento in Russia” dice Carlo. “Di recente sono state realizzate due acquisizioni, in Francia e in Italia. Quest’anno mentre la fame di nuovi mercati di sbocco si faceva sentire, è stata aperta una filiale commerciale in Repubblica Ceca”.

Caro Carlo, non posso che essere orgoglioso e dirti: avanti così! Con i migliori auguri!

Di nuovo europarlamentare, grazie a tutti

Eccoci di nuovo, a due giorni dalle elezioni che mi hanno riconfermato parlamentare europeo. Un grazie di cuore a tutti coloro che mi hanno sostenuto e hanno dimostrato stima nei miei confronti, stima che si è concretizzata in quasi 67mila preferenze.

Ad essere onesto non mi aspettavo un successo di queste proporzioni. Ormai sono passati anni da quando ero sindaco di Milano, pensavo, la gente non si ricorderà di me. Invece l’affetto dei cittadini è rimasto immutato. Proprio dalla mia città sono arrivati oltre 23mila voti per me, e di questo sono particolarmente orgoglioso. Terzo dopo il presidente Silvio Berlusconi ed il ministro della Difesa Ignazio La Russa, uno straordinario risultato personale, ottenuto senza ricorrere al voto organizzato o a terne elettorali. È la dimostrazione che se lavori duramente, se credi in quello che fai, le persone se ne accorgono e ti danno fiducia.

La riconferma all’Europarlamento non è un punto d’arrivo. È soltanto l’inizio di una nuova avventura che mi vedrà impegnato a Bruxelles e a Strasburgo a elaborare regolamenti e a partecipare a votazioni destinate a incidere sulla vita di tutti i giorni di milioni di cittadini europei.

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“Dei tre cavalli che corrono per Palazzo Marino, Albertini sembra il meno interessato alla gara. Mi ricorda Ribot, che a prima vista nessuno avrebbe dato come vincente, non avendo l’aspetto del grande galoppatore di classe; che quando veniva accompagnato al paddock per essere mostrato al pubblico osannante e girava con gli altri cavalli si vedeva chiaramente che era infastidito da tanto clamore e da tanta attenzione. Ribot appariva quasi neghittoso e mostrava una certa insofferenza per questa esibizione. Poi scendeva sulla pista, correva da par suo, vinceva con tre lunghezze di distanza e se ne andava ancora più seccato di prima tra le acclamazioni della folla” Indro Montanelli (maggio 1997)

“Quest’uomo dall’apparente remissività, persino umile, che mai alzerebbe la voce o pesterebbe il pugno sul tavolo, di un’ingenuità quasi fanciullesca – ricordate quando si mise in mutande alla sfilata di Valentino? – è un duro che si spezza ma non si piega né tanto meno si impiega” Indro Montanelli (aprile 2001)

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