“Non serviva a nulla continuare a raccontarsi quant’è brutta questa crisi che falcidia gli ordinativi, la produzione, e poi anche le ore lavorative degli operai, che fra marzo e aprile sono andati in ferie il venerdì, a turno. Piangersi addosso non porta da nessuna parte, questo è il momento di cambiare, di innovare, di investire”.
Parole che fanno sperare ma soprattutto parole di grande realismo quelle riportate da Libero e tratte dall’intervista all’Imprenditore Carlo Parodi, socio e amministratore delegato dell’Alcea – azienda chimica – nonché mio stimato nipote.
Non è una voce fuori dal coro la sua. Se leggete l’articolo di Libero, che ho scelto di riportare perché preziosa testimonianza di ciò che può accadere nell’ Imprenditoria oggi, vi accorgete come tutta la “squadra di Carlo”, nello stabilimento Alcea, è stata contagiata da questa genialità imprenditoriale. La crisi è guardata non solo come una difficoltà ma innanzitutto come una sfida da poter vincere. “Quando il sole è sulla linea dell’orizzonte impariamo a vederci l’alba, e non solo il tramonto” dice Paolo Nava, il direttore dello stabilimento. Nel caso dell’ Alcea questo si è tradotto in quello che gli stessi manager definiscono “un atto di fede”.
Belle parole? Sono i fatti a rispondere. “Abbiamo due fabbriche in Italia, una in Polonia e ora stiamo costruendo uno stabilimento in Russia” dice Carlo. “Di recente sono state realizzate due acquisizioni, in Francia e in Italia. Quest’anno mentre la fame di nuovi mercati di sbocco si faceva sentire, è stata aperta una filiale commerciale in Repubblica Ceca”.
Caro Carlo, non posso che essere orgoglioso e dirti: avanti così! Con i migliori auguri!