“Dei tre cavalli che corrono per Palazzo Marino, Albertini sembra il meno interessato alla gara. Mi ricorda Ribot, che a prima vista nessuno avrebbe dato come vincente, non avendo l’aspetto del grande galoppatore di classe; che quando veniva accompagnato al paddock per essere mostrato al pubblico osannante e girava con gli altri cavalli si vedeva chiaramente che era infastidito da tanto clamore e da tanta attenzione. Ribot appariva quasi neghittoso e mostrava una certa insofferenza per questa esibizione. Poi scendeva sulla pista, correva da par suo, vinceva con tre lunghezze di distanza e se ne andava ancora più seccato di prima tra le acclamazioni della folla” Indro Montanelli (maggio 1997)

“Quest’uomo dall’apparente remissività, persino umile, che mai alzerebbe la voce o pesterebbe il pugno sul tavolo, di un’ingenuità quasi fanciullesca – ricordate quando si mise in mutande alla sfilata di Valentino? – è un duro che si spezza ma non si piega né tanto meno si impiega” Indro Montanelli (aprile 2001)

Gabriele Albertini, l’ex sindaco di Milano compie 75 anni: la sua storia politica. (Sky Tg24 – 06 Luglio 2025)

 

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È stato imprenditore nel settore dell’alluminio e presidente di Federmeccanica. Nel 1997 è diventato primo cittadino di Milano per il Polo delle Libertà, incarico che ha conservato per due mandati. Europarlamentare per due legislature, nel 2013 si è candidato per la Regione Lombardia arrivando quarto.

  • Compie oggi 75 anni Gabriele Albertini, il politico nato a Milano il 6 luglio 1950. Dopo la laurea in giurisprudenza guida insieme al fratello Carlo la “Cesare Albertini S.p.A”, impresa di famiglia fondata dal padre Cesare negli anni Trenta e specializzata in pressofusioni in alluminio
  • Dopo vari incarichi ricoperti in Confindustria e Assolombarda, nel 1996 l’industriale meneghino viene eletto presidente di Federmeccanica, incarico che anticipa di pochi mesi la sua discesa in politica. L’allora leader di Forza Italia Silvio Berlusconi lancia la sua candidatura a sindaco di Milano per il Polo delle Libertà. Alle elezioni del 1997 Albertini batte l’uscente Marco Formentini (Lega) e vince col 53,1% al ballottaggio contro Aldo Fumagalli dell’Ulivo
  • Durante il mandato a Palazzo Marino, Albertini si definisce l'”amministratore di condominio” della metropoli lombarda che tra fine anni Novanta e i primi anni Duemila conosce una fase di forte trasformazione, a partire dalla riqualificazione dell’ex polo fieristico, del quartiere Porta Nuova e di Rho-Fiera Milano. Nella primavera 2001 viene riconfermato per un secondo mandato sconfiggendo al primo turno col 57,4% Sandro Antoniazzi del centro-sinistra
  • Durante il secondo mandato, Albertini viene nominato commissario straordinario per il sistema di depurazione delle acque della città e per il traffico in una Milano che fa i conti con livelli emergenziali di smog. Sul fronte della mobilità promuove l’estensione dei parcheggi sotterranei e il potenziamento della metropolitana in accordo con l’allora presidente della Regione Roberto Formigoni
  • Da sindaco Albertini si fa promotore di una campagna contro il fumo e di iniziative in prima linea come quando nel 2003 si è tuffato in piscina in risposta alle critiche sugli impianti rimasti chiusi troppo a lungo. Nel 2005 nega il patrocinio del Comune al gay pride innescando dimostrazioni di attivisti sotto Palazzo Marino
  • Al termine del secondo mandato a Palazzo Marino, segnato anche da gravi fatti di cronaca come l’incidente all’aeroporto di Linate dell’ottobre 2001 e lo schianto di un aereo sul Pirellone nel 2002, Albertini sostiene la candidatura dell’allora ministra dell’Istruzione Letizia Moratti. Sono anni in cui viene aperto il dossier per la candidatura di Milano per l’Expo 2015, finalizzata nel 2008

Niente cena con chi invade, il no a la Russia di Albertini (Corriere della Sera – 4 luglio 2025)

La risposta per chi conosce anche solo superficialmente Gabriele Albertini poteva essere solo una. Un rifiuto garbato nei toni, duro nei contenuti. Niente cena informale a Roma a Villa
Abamelech, sede dell’ambasciatore russo in Italia, Alexey Paramonov.

Un invito rivolto all’ex sindaco in qualità di cavaliere dell’Ordine dell’Amicizia, l’onorificenza della Federazione Russa conferita a cittadini russi e stranieri «al merito del rafforzamento della pace, amicizia, cooperazione e comprensione reciproca tra i popoli». Un rapporto che viene da lontano. Da quando nel 2000 nella Sala del Conservatorio di Mosca, al termine del concerto della
Filarmonica diretta da Riccardo Muti, il neoeletto presidente Putin, invitò Albertini nel retropalco.
Non senza qualche brivido. «Lo sguardo gelido e impenetrabile» ricorda l’ex sindaco nel suo libro di memorie. Che si scioglie quando Albertini offre all’ex Kgb uno stabile del Comune in pieno centro per ospitare una fondazione che avesse il compito di dare rappresentanza all’economia russa.

È l’inizio di una relazione che si concretizza pochi giorni dopo. Come prima visita ufficiale Putin sceglie proprio Milano governata dal centrodestra, non senza qualche contraccolpo visto che al governo c’era il centrosinistra e Putin ancor prima di incontrare Prodi sceglie il sindaco di Milano. «Fui, del tutto immeritatamente, il precursore di quella che divenne un’amicizia personale e un proficuo rapporto di stretta collaborazione tra il presidente Putin, il presidente Berlusconi e i nostri due Paesi» scrive Albertini all’ambasciatore.
Altri tempi, altre condizioni. Altro mondo.
«Ora si frappone tra noi e la nostra amicizia, l’invasione dell’Ucraina, condannata da 141 Paesi su 193 aderenti all’Onu, il sostegno di 30 Stati con armamenti e aiuti umanitari alla Nazione invasa, richiamandosi all’articolo 51 dello Statuto, al “diritto naturale di autotutela individuale e collettiva” per resistere all’aggressione e difendere la propria integrità territoriale. Da queste premesse, con molto rammarico, non mi sento di accettare il suo cortesissimo invito»

Maurizio Giannattasio

Milano, centrodestra al lavoro per le elezioni. L’identikit di Forza Italia per il candidato sindaco: manager, civico, centrista (CORRIERE DELLA SERA MILANO – 12 maggio 2025)

Milano, centrodestra al lavoro per le elezioni. L’identikit di Forza Italia per il candidato sindaco: manager, civico, centrista.

di Chiara Evangelista

L’obiettivo degli azzurri per le future amministrative è seguire il modello Albertini e Moratti. «Vincere con nomi politici è più difficile». Aperta la campagna elettorale con l’evento «Milano torna al centro della scena»

Milano, gli ex sindaci incoronati «ambasciatori» della città nel mondo: «Noi sempre in servizio». Albertini: Sala troppo politico

Letizia Moratti e Gabriele Albertini, ex sindaci di Milano

Un candidato civico e una coalizione più ampia. È la ricetta vincente per le comunali 2027 prescritta da Forza Italia. Ieri gli azzurri hanno aperto la loro campagna elettorale con l’evento «Milano torna al centro della scena», a Palazzo Castiglioni, tracciando l’identikit del candidato perfetto e ridisegnando i perimetri della coalizione: per vincere la partita si gioca al centro.

Un civico, qualcuno «che interpreti una sana milanesità, un candidato che sia un manager in grado di gestire questa città e di farla ripartire», spiega il coordinatore regionale Alessandro Sorte, guardando nella palla di vetro: per il futuro di Milano serve un profilo simile agli ex sindaci Letizia Moratti e Gabriele Albertini, visto che entrambi escludono una nuova corsa a Palazzo Marino. «Io non mi rimetterò in gioco», puntualizza Moratti, ora impegnata in Europa. Pieno appoggio però alla posizione degli azzurri. «Serve un civico che sappia interpretare le caratteristiche di una città che è in movimento». «Occorrono persone — aggiunge Albertini — che interpretano il ruolo di governo come servizio e non per servirsene». Un civico, dunque. Posizione opposta a quella di Fratelli d’Italia che ha indicato Maurizio Lupi, il presidente di Noi Moderati, come possibile candidato.

«Ora — precisa Albertini — credo che serva una persona proveniente da altre esperienze». «Se politicizziamo il voto avremo più difficoltà a vincere», sottolinea Sorte, mettendo in evidenza che da ormai vent’anni «il centrosinistra è in vantaggio rispetto al centrodestra». Per questo scegliere un politico potrebbe portare alla sconfitta. «Le decisioni però — precisa Moratti — si prenderanno insieme con la coalizione».

Ed ecco il vero nocciolo della questione: le alleanze. La partita per vincere si giocherà al centro, cercando di mettere insieme i voti di liberali, riformisti e progressisti, delusi dal centrosinistra. «Dobbiamo allargare i perimetri — aggiunge Sorte —. Non è un caso che è qui chi non fa parte del centrodestra». Il riferimento è a Giulia Pastorella, vicepresidente di Azione.
Il leader Carlo Calenda nei giorni scorsi ha rivelato che per le Comunali ci potrebbe essere un suo candidato, andando così a spaccare il centrosinistra. In questo caso sarebbe da capire il posizionamento del partito. Con il centrosinistra? «Sono i nostri interlocutori naturali — spiega Pastorella —, ma in Consiglio comunale spesso abbiamo preso le distanze da alcune posizioni della giunta». E se il centrosinistra sostenesse la candidatura del capogruppo dem al pirellone Pierfrancesco Majorino? «Rimangono le perplessità che ci sono state alle scorse regionali», dove Azione non l’ha sostenuto. Quindi, con il centrodestra, con Lega e Fratelli d’Italia? Complicato. «È per questo che il nostro obiettivo è rafforzare il terzo polo», spiega Pastorella, con la consapevolezza che «il centro è quello che farà vincere l’uno o l’altro schieramento». E il candidato? «Un civico con forte impronta manageriale».

Forza Italia indica la linea al centrodestra, ” Milano un civico” (ANSA – 12 maggio 2025)

Forza Italia indica la linea al centrodestra, ‘a Milano un civico’

Il segretario regionale di FI, Alessandro Sorte - RIPRODUZIONE RISERVATA

 Il segretario regionale di FI, Alessandro Sorte

Sorte: ‘Se politicizziamo il voto abbiamo più difficoltà’

AMilano alle elezioni comunali del 2027 deve correre un candidato civico, come lo sono stati Gabriele Albertini e Letizia Moratti, gli ultimi esponenti del centrodestra a governare la città.

Forza Italia indica la linea alla sua coalizione per le prossime amministrative e per tornare a vincere dopo 15 anni punta a convincere gli alleati su questo aspetto.

La verità sull’ energia solare: ne vale la pena solo se il tuo tetto…Settore energetico

 L’appuntamento dei congressi municipali è l’occasione per rimarcare che “fare il nome di Lupi è legittimo ma che se politicizziamo il voto a Milano abbiamo più difficoltà – spiega il coordinatore regionale e deputato Alessandro Sorte -. Noi siamo convinti di riuscire a convincere gli alleati su questo. Forza Italia sarà determinante e sarà la forza che più di tutti darà le carte alle prossime elezioni a Milano, anche perché siamo convinti di essere i più idonei per ragionare sull’assetto della città, che è moderata”.

Paolo Berlusconi, che ha portato un saluto alla kermesse del partito auspica che “si possa esprimere un bel nome per Milano quando sarà il momento”, perché oggi la città “ha bisogno di un sindaco inclusivo”. Nel 2021 il candidato del centrodestra Luca Bernardo non era riuscito nemmeno ad andare al ballottaggio con Giuseppe Sala che aveva vinto di misura al primo turno. Parla invece della necessità di un “candidato forte” Licia Ronzulli, senatrice e vice presidente del Senato, che ricorda quanto il lavoro di sindaci come Moratti e Albertini abbia saputo “tirare fuori il meglio della nostra città”. Proprio i due ex sindaci sono stati tra i protagonisti dell’appuntamento per rimarcare entrambi quanto la scelta di un candidato civico sia la più forte, tutti e due però non sono disponibili a candidarsi.

In vista del prossimo appuntamento elettorale, Forza Italia lancia un “laboratorio politico” con cui rimarca anche la necessità di un dialogo con il centro dei riformisti, liberali e anche con i progressisti che possono essere delusi “da un Pd troppo a sinistra” come quello guidato da Elly Schlein. E infatti ospite dell’evento è stata la vicepresidente di Azione Giulia Pastorella, che a Milano sostiene la giunta di Giuseppe Sala. “Dialoghiamo con chi ha la nostra visione di Milano”, sottolinea, senza dare per scontato che Azione sarà per forza nell’alleanza di centrosinistra alle prossime comunali perché “non siamo schierati per forza in un blocco o in un altro”.

“Noi dobbiamo mettere insieme liberali, riformisti e progressisti di questa città – è l’appello di Alessandro Sorte dal palco dei congressi cittadini -, perché se vogliamo vincere a Milano dobbiamo andare oltre il nostro perimetro”.

Il partito insomma punta a dare le carte nel centrodestra per le prossime elezioni comunali a Milano, mentre a livello nazionale l’obiettivo è raggiungere il 20%. “Una sfida non impossibile – ha rimarcato il vicesegretario nazionale del partito Stefano Benigni -. Dobbiamo puntare sul rafforzamento del nostro partito nei territori”.

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«Questo volume vuole consegnare alla memoria collettiva
la fotografia dell’evoluzione di Milano nel ventennio che, da
metà anni Novanta al recente passato, ha dato alla città
meneghina una forte spinta creativa e una ritrovata
energia. Crescendo in verticale, ma anche allargando il
proprio apparato radicale di strade sotterranee, Milano ha
guadagnato milioni di metri quadrati dove vivere meglio,
rigenerando rioni appassiti, innestando sull’antico corpo
metropolitano quartieri germogliati ex-novo e riconosciuti
come eccellenze assolute del tempo che stiamo vivendo.
Da Palazzo Lombardia a CityLife, dal nuovo Polo Fieristico
ai diversi centri della cultura: «appare un miracolo, che poi
sparisce nel fare. Perché Milano è così. Non c’è tempo da
impiegare nella contemplazione. Il sapere qui diventa
subito saper fare e perciò fare». Attraverso splendide foto
di oggi e di ieri, e intriganti interviste a chi Milano la vive
ogni giorno, queste pagine ci regalano il ritratto di una città
che, nonostante le difficoltà e i problemi che non mancano, si proietta come
avanguardia di un avvenire
incoraggiante
e luminoso.»

 

Gabriele Albertini: “Ho vinto i miei processi senza immunità parlamentare” (L’Espresso – 19 aprile 2025)

L’ex sindaco di Milano scrive a L’Espresso per chiarire il suo caso: “Sono stato assolto con formula piena”

Con riferimento all’articolo “Se l’immunità è sinonimo d’impunità” (“L’Espresso” del 14 febbraio 2025), preciso che di “assurdo”, nella vicenda che mi riguarda, c’è stato esclusivamente l’inutile e ingiustificabile processo a mio carico. Sono stato imputato di “calunnia aggravata”, per aver segnalato, con un formale ricorso, mentre ero Deputato al Parlamento europeo, ai titolari dell’azione disciplinare (Ministro della Giustizia e Procuratore Generale presso la Cassazione) ed al Vicepresidente del Csm le condotte di un magistrato allora in servizio (ora ex), Alfredo Robledo, che ritenevo allora e ritengo tuttora molto gravi. Ho partecipato a ben 17 udienze, per quasi 2 anni, per essere poi assolto con formula piena il 3 febbraio 2017.

Il Tribunale di Brescia, dopo aver acquisito la delibera del Senato, ha stabilito nella sentenza che «l’accertamento della non colpevolezza dell’imputato deve e può prevalere sulla riconosciuta insindacabilità ex art. 68 della Costituzione».

La pronuncia della Corte Costituzionale del 2021, citata nell’articolo, riguarda la successiva richiesta di risarcimento civile. Anche in questo caso, la Corte d’Appello di Brescia, con sentenza del 27 aprile 2022, poi passata in giudicato, mi ha assolto da ogni addebito e ha condannato l’ex magistrato, come parte soccombente, al pagamento delle spese processuali.

Gabriele Albertini, Milano

FI, insediato “Tavolo Milano”, Moratti è la Coordinatrice (Milano Post – 1 Marzo 2025)

Milano Post

Quotidiano di informazione e cultura

FI, insediato “Tavolo Milano”, Moratti è la Coordinatrice

Si è svolta ieri la prima riunione del Tavolo Milano di Forza Italia, istituito con l’obiettivo di elaborare proposte per la città in vista delle elezioni amministrative del 2027, per essere pronti a questa nuova grande sfida.

Ne fanno parte Letizia Moratti, eurodeputata e presidente della Consulta di Forza Italia, che coordinerà i lavori, Massimiliano Salini, vicepresidente del Ppe; il segretario regionale di Forza Italia Alessandro SorteCristina Rossello, segretaria di Milano grande città; Licia Ronzulli, vicepresidente del Senato; Matteo Perego di Cremnago, sottosegretario di Stato alla Difesa; il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’Informazione e all’Editoria, Alberto Barachini; il deputato azzurro Luca Squeri. E ancora l’assessore regionale azzurro Gianluca Comazzi e il presidente della commissione Pnrr Giulio Galliera. I consiglieri comunali di Milano Luca BernardoDeborah Giovanati e Alessandro de Chirico; l’ex assessore regionale Serafino Generoso. Il candidato di Forza Italia alle elezioni europee Marco Reguzzoni e l’ex sindaco di Milano Gabriele Albertini.

La presenza di due ex sindaci del capoluogo lombardo è significativa: Moratti e Albertini, con la loro esperienza di amministratori e la conoscenza della città rappresentano sicuramente un valore aggiunto. Forza Italia vuole essere assoluta protagonista della partita per Milano: è una città prevalentemente moderata e ha bisogno di toni moderati e proposte innovative e pragmatiche. Il nostro partito può quindi intercettare anche quella parte di elettorato moderato, che non vuole più votare centrosinistra ed essere determinante per la vittoria del centrodestra”. Lo comunica Alessandro Sorte, deputato di Forza Italia e segretario regionale della Lombardia.

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“Dei tre cavalli che corrono per Palazzo Marino, Albertini sembra il meno interessato alla gara. Mi ricorda Ribot, che a prima vista nessuno avrebbe dato come vincente, non avendo l’aspetto del grande galoppatore di classe; che quando veniva accompagnato al paddock per essere mostrato al pubblico osannante e girava con gli altri cavalli si vedeva chiaramente che era infastidito da tanto clamore e da tanta attenzione. Ribot appariva quasi neghittoso e mostrava una certa insofferenza per questa esibizione. Poi scendeva sulla pista, correva da par suo, vinceva con tre lunghezze di distanza e se ne andava ancora più seccato di prima tra le acclamazioni della folla” Indro Montanelli (maggio 1997)

“Quest’uomo dall’apparente remissività, persino umile, che mai alzerebbe la voce o pesterebbe il pugno sul tavolo, di un’ingenuità quasi fanciullesca – ricordate quando si mise in mutande alla sfilata di Valentino? – è un duro che si spezza ma non si piega né tanto meno si impiega” Indro Montanelli (aprile 2001)

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