“Dei tre cavalli che corrono per Palazzo Marino, Albertini sembra il meno interessato alla gara. Mi ricorda Ribot, che a prima vista nessuno avrebbe dato come vincente, non avendo l’aspetto del grande galoppatore di classe; che quando veniva accompagnato al paddock per essere mostrato al pubblico osannante e girava con gli altri cavalli si vedeva chiaramente che era infastidito da tanto clamore e da tanta attenzione. Ribot appariva quasi neghittoso e mostrava una certa insofferenza per questa esibizione. Poi scendeva sulla pista, correva da par suo, vinceva con tre lunghezze di distanza e se ne andava ancora più seccato di prima tra le acclamazioni della folla” Indro Montanelli (maggio 1997)

“Quest’uomo dall’apparente remissività, persino umile, che mai alzerebbe la voce o pesterebbe il pugno sul tavolo, di un’ingenuità quasi fanciullesca – ricordate quando si mise in mutande alla sfilata di Valentino? – è un duro che si spezza ma non si piega né tanto meno si impiega” Indro Montanelli (aprile 2001)

Razionalizzazione della sanità e modello lombardo

Una riduzione di ventisettemila posti letto negli ospedali di tutta Italia nell’arco di cinque anni, 5mila letti in meno nella sola Lombardia. È la ricetta del Governo per ridurre il deficit della sanità e per razionalizzare le strutture indicata dall’anticipo della Finanziaria 2009.

Secondo le tabelle ministeriali, elaborate in base ai dati 2006, la Lombardia dovrebbe passare da 44.088 posti letto a 38.182. La Regione Lombardia ricorda però di aver già cominciato un´opera di razionalizzazione: i dati 2008 dicono che i posti letto ora sono 41.022. Di questi 33.270 sono destinati a pazienti con patologie acute (con un rapporto di 3,5 letti ogni mille abitanti), i rimanenti 7.752 sono destinati alla riabilitazione (con un rapporto di 0,90 letti ogni mille abitanti). Su oltre 41mila letti, quelli gestiti dai privati convenzionati sono 14.528, pari al 33% del totale. Se fosse approvato il piano del Governo (che comunque sarebbe adottato dopo l’intesa con le Regioni) la Lombardia perderebbe altri 5mila posti letto.

Gestire e ottimizzare la spesa sanitaria è certamente una priorità del Governo. È necessario ridurre gli sprechi e razionalizzare le risorse. Ma è anche vero che è necessario coinvolgere i Governatori nella definizione di queste misure secondo il principio del federalismo, ovvero fornendo indicazioni di carattere generale e lasciando alle singole Regioni il compito di attuarle.

Ricordiamo che il sistema sanitario della Regione Lombardia può essere considerato un paradigma per la sua efficienza e per la sua economicità (il bilancio sanitario è in pareggio da sei anni). L’assistenza sanitaria è fondata sulla divisione tra chi acquista prestazioni sanitarie (le Asl) e chi eroga i servizi (ospedali e laboratori di analisi), ma anche sulla pluralità degli enti fornitori, garantendo, così, totale libertà di scelta al cittadino, senza pregiudizio per la qualità della prestazione erogata. Per questo motivo auspico un’ampia collaborazione con il Governo di Roma perché il modello lombardo possa essere esteso a tutto il Paese.

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“Dei tre cavalli che corrono per Palazzo Marino, Albertini sembra il meno interessato alla gara. Mi ricorda Ribot, che a prima vista nessuno avrebbe dato come vincente, non avendo l’aspetto del grande galoppatore di classe; che quando veniva accompagnato al paddock per essere mostrato al pubblico osannante e girava con gli altri cavalli si vedeva chiaramente che era infastidito da tanto clamore e da tanta attenzione. Ribot appariva quasi neghittoso e mostrava una certa insofferenza per questa esibizione. Poi scendeva sulla pista, correva da par suo, vinceva con tre lunghezze di distanza e se ne andava ancora più seccato di prima tra le acclamazioni della folla” Indro Montanelli (maggio 1997)

“Quest’uomo dall’apparente remissività, persino umile, che mai alzerebbe la voce o pesterebbe il pugno sul tavolo, di un’ingenuità quasi fanciullesca – ricordate quando si mise in mutande alla sfilata di Valentino? – è un duro che si spezza ma non si piega né tanto meno si impiega” Indro Montanelli (aprile 2001)

Razionalizzazione della sanità e modello lombardo

Una riduzione di ventisettemila posti letto negli ospedali di tutta Italia nell’arco di cinque anni, 5mila letti in meno nella sola Lombardia. È la ricetta del Governo per ridurre il deficit della sanità e per razionalizzare le strutture indicata dall’anticipo della Finanziaria 2009.

Secondo le tabelle ministeriali, elaborate in base ai dati 2006, la Lombardia dovrebbe passare da 44.088 posti letto a 38.182. La Regione Lombardia ricorda però di aver già cominciato un´opera di razionalizzazione: i dati 2008 dicono che i posti letto ora sono 41.022. Di questi 33.270 sono destinati a pazienti con patologie acute (con un rapporto di 3,5 letti ogni mille abitanti), i rimanenti 7.752 sono destinati alla riabilitazione (con un rapporto di 0,90 letti ogni mille abitanti). Su oltre 41mila letti, quelli gestiti dai privati convenzionati sono 14.528, pari al 33% del totale. Se fosse approvato il piano del Governo (che comunque sarebbe adottato dopo l’intesa con le Regioni) la Lombardia perderebbe altri 5mila posti letto.

Gestire e ottimizzare la spesa sanitaria è certamente una priorità del Governo. È necessario ridurre gli sprechi e razionalizzare le risorse. Ma è anche vero che è necessario coinvolgere i Governatori nella definizione di queste misure secondo il principio del federalismo, ovvero fornendo indicazioni di carattere generale e lasciando alle singole Regioni il compito di attuarle.

Ricordiamo che il sistema sanitario della Regione Lombardia può essere considerato un paradigma per la sua efficienza e per la sua economicità (il bilancio sanitario è in pareggio da sei anni). L’assistenza sanitaria è fondata sulla divisione tra chi acquista prestazioni sanitarie (le Asl) e chi eroga i servizi (ospedali e laboratori di analisi), ma anche sulla pluralità degli enti fornitori, garantendo, così, totale libertà di scelta al cittadino, senza pregiudizio per la qualità della prestazione erogata. Per questo motivo auspico un’ampia collaborazione con il Governo di Roma perché il modello lombardo possa essere esteso a tutto il Paese.