“Dei tre cavalli che corrono per Palazzo Marino, Albertini sembra il meno interessato alla gara. Mi ricorda Ribot, che a prima vista nessuno avrebbe dato come vincente, non avendo l’aspetto del grande galoppatore di classe; che quando veniva accompagnato al paddock per essere mostrato al pubblico osannante e girava con gli altri cavalli si vedeva chiaramente che era infastidito da tanto clamore e da tanta attenzione. Ribot appariva quasi neghittoso e mostrava una certa insofferenza per questa esibizione. Poi scendeva sulla pista, correva da par suo, vinceva con tre lunghezze di distanza e se ne andava ancora più seccato di prima tra le acclamazioni della folla” Indro Montanelli (maggio 1997)

“Quest’uomo dall’apparente remissività, persino umile, che mai alzerebbe la voce o pesterebbe il pugno sul tavolo, di un’ingenuità quasi fanciullesca – ricordate quando si mise in mutande alla sfilata di Valentino? – è un duro che si spezza ma non si piega né tanto meno si impiega” Indro Montanelli (aprile 2001)

Lo zio Gabriele: "Caro Carlo, avanti così!"

“Non serviva a nulla continuare a raccontarsi quant’è brutta questa crisi che falcidia gli ordinativi, la produzione, e poi anche le ore lavorative degli operai, che fra marzo e aprile sono andati in ferie il venerdì, a turno. Piangersi addosso non porta da nessuna parte, questo è il momento di cambiare, di innovare, di investire”.

Parole che fanno sperare ma soprattutto parole di grande realismo quelle riportate da Libero e tratte dall’intervista all’Imprenditore Carlo Parodi, socio e amministratore delegato dell’Alcea – azienda chimica – nonché mio stimato nipote.
Non è una voce fuori dal coro la sua. Se leggete l’articolo di Libero, che ho scelto di riportare perché preziosa testimonianza di ciò che può accadere nell’ Imprenditoria oggi, vi accorgete come tutta la “squadra di Carlo”, nello stabilimento Alcea, è stata contagiata da questa genialità imprenditoriale. La crisi è guardata non solo come una difficoltà ma innanzitutto come una sfida da poter vincere. “Quando il sole è sulla linea dell’orizzonte impariamo a vederci l’alba, e non solo il tramonto” dice Paolo Nava, il direttore dello stabilimento. Nel caso dell’ Alcea questo si è tradotto in quello che gli stessi manager definiscono “un atto di fede”.
Belle parole? Sono i fatti a rispondere. “Abbiamo due fabbriche in Italia, una in Polonia e ora stiamo costruendo uno stabilimento in Russia” dice Carlo. “Di recente sono state realizzate due acquisizioni, in Francia e in Italia. Quest’anno mentre la fame di nuovi mercati di sbocco si faceva sentire, è stata aperta una filiale commerciale in Repubblica Ceca”.

Caro Carlo, non posso che essere orgoglioso e dirti: avanti così! Con i migliori auguri!

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“Dei tre cavalli che corrono per Palazzo Marino, Albertini sembra il meno interessato alla gara. Mi ricorda Ribot, che a prima vista nessuno avrebbe dato come vincente, non avendo l’aspetto del grande galoppatore di classe; che quando veniva accompagnato al paddock per essere mostrato al pubblico osannante e girava con gli altri cavalli si vedeva chiaramente che era infastidito da tanto clamore e da tanta attenzione. Ribot appariva quasi neghittoso e mostrava una certa insofferenza per questa esibizione. Poi scendeva sulla pista, correva da par suo, vinceva con tre lunghezze di distanza e se ne andava ancora più seccato di prima tra le acclamazioni della folla” Indro Montanelli (maggio 1997)

“Quest’uomo dall’apparente remissività, persino umile, che mai alzerebbe la voce o pesterebbe il pugno sul tavolo, di un’ingenuità quasi fanciullesca – ricordate quando si mise in mutande alla sfilata di Valentino? – è un duro che si spezza ma non si piega né tanto meno si impiega” Indro Montanelli (aprile 2001)

Lo zio Gabriele: "Caro Carlo, avanti così!"

“Non serviva a nulla continuare a raccontarsi quant’è brutta questa crisi che falcidia gli ordinativi, la produzione, e poi anche le ore lavorative degli operai, che fra marzo e aprile sono andati in ferie il venerdì, a turno. Piangersi addosso non porta da nessuna parte, questo è il momento di cambiare, di innovare, di investire”.

Parole che fanno sperare ma soprattutto parole di grande realismo quelle riportate da Libero e tratte dall’intervista all’Imprenditore Carlo Parodi, socio e amministratore delegato dell’Alcea – azienda chimica – nonché mio stimato nipote.
Non è una voce fuori dal coro la sua. Se leggete l’articolo di Libero, che ho scelto di riportare perché preziosa testimonianza di ciò che può accadere nell’ Imprenditoria oggi, vi accorgete come tutta la “squadra di Carlo”, nello stabilimento Alcea, è stata contagiata da questa genialità imprenditoriale. La crisi è guardata non solo come una difficoltà ma innanzitutto come una sfida da poter vincere. “Quando il sole è sulla linea dell’orizzonte impariamo a vederci l’alba, e non solo il tramonto” dice Paolo Nava, il direttore dello stabilimento. Nel caso dell’ Alcea questo si è tradotto in quello che gli stessi manager definiscono “un atto di fede”.
Belle parole? Sono i fatti a rispondere. “Abbiamo due fabbriche in Italia, una in Polonia e ora stiamo costruendo uno stabilimento in Russia” dice Carlo. “Di recente sono state realizzate due acquisizioni, in Francia e in Italia. Quest’anno mentre la fame di nuovi mercati di sbocco si faceva sentire, è stata aperta una filiale commerciale in Repubblica Ceca”.

Caro Carlo, non posso che essere orgoglioso e dirti: avanti così! Con i migliori auguri!