“Dei tre cavalli che corrono per Palazzo Marino, Albertini sembra il meno interessato alla gara. Mi ricorda Ribot, che a prima vista nessuno avrebbe dato come vincente, non avendo l’aspetto del grande galoppatore di classe; che quando veniva accompagnato al paddock per essere mostrato al pubblico osannante e girava con gli altri cavalli si vedeva chiaramente che era infastidito da tanto clamore e da tanta attenzione. Ribot appariva quasi neghittoso e mostrava una certa insofferenza per questa esibizione. Poi scendeva sulla pista, correva da par suo, vinceva con tre lunghezze di distanza e se ne andava ancora più seccato di prima tra le acclamazioni della folla” Indro Montanelli (maggio 1997)

“Quest’uomo dall’apparente remissività, persino umile, che mai alzerebbe la voce o pesterebbe il pugno sul tavolo, di un’ingenuità quasi fanciullesca – ricordate quando si mise in mutande alla sfilata di Valentino? – è un duro che si spezza ma non si piega né tanto meno si impiega” Indro Montanelli (aprile 2001)

L'integrazione comincia nelle scuole

Da settembre saranno 15 mila gli studenti stranieri che frequentano elementari e medie a Milano, 46 mila se si considerano le superiori. Sono aumentati dello 0,5% rispetto all’anno scorso. Nella scuola elementare di via Paravia (dove tre quarti degli alunni sono figli di immigrati) ci sarà una classe di soli bambini stranieri.

L’ufficio scolastico provinciale ed il Comune hanno avviato un progetto che prevede sostegno, accoglienza e orientamento e 255 corsi di alfabetizzazione. Ma forse c’è bisogno di qualcosa di più. Perché ci possa essere vera integrazione è necessario che i bambini stranieri stiano accanto a quelli italiani. Sarebbe quindi giusto regolamentare le quote di studenti stranieri nelle classi, soprattutto alle elementari, perché già da piccoli italiani e stranieri possano imparare l’importanza del confronto.

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“Dei tre cavalli che corrono per Palazzo Marino, Albertini sembra il meno interessato alla gara. Mi ricorda Ribot, che a prima vista nessuno avrebbe dato come vincente, non avendo l’aspetto del grande galoppatore di classe; che quando veniva accompagnato al paddock per essere mostrato al pubblico osannante e girava con gli altri cavalli si vedeva chiaramente che era infastidito da tanto clamore e da tanta attenzione. Ribot appariva quasi neghittoso e mostrava una certa insofferenza per questa esibizione. Poi scendeva sulla pista, correva da par suo, vinceva con tre lunghezze di distanza e se ne andava ancora più seccato di prima tra le acclamazioni della folla” Indro Montanelli (maggio 1997)

“Quest’uomo dall’apparente remissività, persino umile, che mai alzerebbe la voce o pesterebbe il pugno sul tavolo, di un’ingenuità quasi fanciullesca – ricordate quando si mise in mutande alla sfilata di Valentino? – è un duro che si spezza ma non si piega né tanto meno si impiega” Indro Montanelli (aprile 2001)

L'integrazione comincia nelle scuole

Da settembre saranno 15 mila gli studenti stranieri che frequentano elementari e medie a Milano, 46 mila se si considerano le superiori. Sono aumentati dello 0,5% rispetto all’anno scorso. Nella scuola elementare di via Paravia (dove tre quarti degli alunni sono figli di immigrati) ci sarà una classe di soli bambini stranieri.

L’ufficio scolastico provinciale ed il Comune hanno avviato un progetto che prevede sostegno, accoglienza e orientamento e 255 corsi di alfabetizzazione. Ma forse c’è bisogno di qualcosa di più. Perché ci possa essere vera integrazione è necessario che i bambini stranieri stiano accanto a quelli italiani. Sarebbe quindi giusto regolamentare le quote di studenti stranieri nelle classi, soprattutto alle elementari, perché già da piccoli italiani e stranieri possano imparare l’importanza del confronto.